ANNAKIKI ci propone un viaggio nel tempo, tra spalline e ciuffi cotonati
All’interno del processo creativo di Anna Yang, fondatrice del marchio indipendente, fresco ed estremamente contemporaneo, ANNAKIKI, l’eleganza dal sapore retrò incontra il giocoso contrasto tra maschile e femminile, in un perfetto equilibrio estetico che rimane sospeso tra ribellione e tradizione.
Per la Primavera-Estate 2020, la Yang immagina una ragazza che dal 2080 intraprende un viaggio indietro nel tempo fino al 1980.
Morbidi completi di taglio maschile in tessuti traslucidi si alternano a delicati abiti da giorno in raso. L’austerità del tailleur da ufficio portato con la cravatta viene contrastata da decostruzioni, asimmetrie, ampie vestibilità, applicazioni di pelo, e rouches.
Nei capispalla, dal semplice bolero al cappotto, l’attenzione si focalizza intorno alle spalle, grazie a proporzioni oversize, spalline e voluminose maniche a sbuffo. Negli abiti da cocktail, imbottiture e pieghe accentuano i volumi delle gonne, mentre grandi fiocchi e volants ingentiliscono le innovative silhouettes.
Ampio spazio è dato a pettinature voluminose, ciuffi cotonati con enormi fermagli o vistose fasce per capelli.
Le tonalità variano dai colori più vivaci ed energici come arancio, giallo, rosa e turchese a sfumature più severe come il sabbia e il verde oliva, fino agli immancabili bianco e nero.
Emblematica, infine, la t-shirt nera che riporta il titolo della collezione: “2080”.
È un vero e proprio tuffo negli anni ’80 della ripresa economica e dei moti femministi, quando, prima dell’avvento di internet e dei social media, abiti ed accessori iniziavano a svolgere il doppio ruolo di status symbol e mezzo di espressione della propria individualità, mentre sulle passerelle sfilava una donna indipendente ed emancipata, che prendeva in prestito dal guardaroba maschile il tailleur per andare in ufficio.
Allo stesso modo, la donna di ANNAKIKI è forte, sicura di sé, e mescola elementi di entrambi i generi, dando vita a look originali ed eccentrici, che destrutturano il passato per codificare lo stile del futuro.
Giorgia O. Onifade