La proposta innovativa di Natascha Wanvestraut è basata sulla filosofia zero waste. La priorità è la riduzione degli sprechi di materiale, utilizzando quantità limitate di tessuto, tessuti deadstock e riciclati. Proprio a questi, grazie alle sapienti mani
di artigiani locali, viene donata nuova vita trasformandoli in simboli dell’empowerment femminile.
Natascha Wanvestraut è una designer indipendente italiana che nella sua visione artistica fonde un approccio giocoso con uno spirito sofisticato, combinando linee minimal a dettagli inaspettati. Le sue creazioni uniche sono state viste ed esposte in tutto il mondo, da Londra alla Cina passando per Milano e Maastricht.
Il 2020 segna l’anno della svolta per il brand. Durante il periodo del primo lockdown, nasce una forte esigenza di realizzare un design
ancora più incisivo. Vengono stravolti alcuni schemi nell’establishment del settore: la SUA moda diventa diretta, senza filtri, senza stagionalità fisse. Questa visione traspare appieno nel nuovo progetto lanciato a settembre su Instagram. Uno slow fashion contemporaneo.
Negli scatti realizzati da Natascha con il suo smartphone, l’attenzione è posta sul suo primo lavoro basato su pezzi upcycled. Un nome emblematico e che richiama alle grandi attrici della tradizione cinematografica, DIVA, è quello dato al corsetto sottoseno a taglio vivo. Realizzato in denim e pelle riciclata Made in Italy, è un connubio perfetto tra modernità, sostenibilità e versatilità. I colori e i dettagli catturano lo sguardo: pellame in oro, argento e bronzo in contrasto con il denim blu e nero. Le piccole imperfezioni, volutamente presenti, sono sinonimo di bellezza e ne testimoniano la particolare lavorazione artigianale. Ogni capo è unico e realizzato in una serie limitatissima di due o tre pezzi in modo da combattere gli sprechi e conferirgli
l’esclusività tipica di un prodotto artigianale. Come affermato dalla designer “Il mio lavoro vuole contribuire alla riflessione sul valore della sostenibilità. Una sostenibilità legata non solo ai tessuti ma in particolare alla persona, al contatto umano, all’artigiano. In questo mondo dove tutto è veloce e prodotto in serie, la sopravvivenza dell’artigianato e della manualità è fondamentale.”
Non più visto come un elemento di restrizione e conformità, il corsetto finalmente diventa un pezzo iconico nel guardaroba della donna moderna e reale, che ama divertirsi ed esprimere la propria identità con la moda.
Riccardo Brambilla