Akris fw 18/19 è un inno all’art nouveau e all’innovazione
Sono passati cent’anni dal 1918, da quei bei tempi dei saloni letterari di Vienna in cui si ritrovavano le menti più creative in ambito scientifico, artistico, musicale ed economico. Berta Zuckerkandl, giornalista e traduttrice di gran fama, organizzava queste riunioni invitando grandi artisti del calibro di Rodin, Klimt e Mahler. Un periodo del tutto affascinante dove la bellezza si univa alla praticità e il modernismo veniva considerato futuro senza aspetti minimali. Albert Kriemler, designer e direttore artistico di Akris, parte proprio da quell’epoca per creare la fw 18/19, collezione incentrata sul potere della donna, sulle sue esigenze, su suoi diritti, sul coraggio e sulla libera espressione. L’arte viene letteralmente portata in passerella con riferimenti alle donne autonome dei dipinti di Klimt o alla intensività espressiva e l’introspezione psicologica dei corpi contorti di Schiele, armonizzando però il tutto con un intramontabile romanticismo. Il risultato è contemporaneo e la femminilità è in primo piano grazie a trasparenze, spacchi e abiti lingerie. La maggior parte delle stampe raffigura righe, rombi e quadri ma la questione rilevante è la lavorazione della pelle, che oltre su capispalla viene declinata anche su abiti e gonne in tonalità accese. Altri materiali utilizzati sono il pizzo, il cashmere, il cotone, la seta, l’organza, il velluto e il denim. I colori di punta sono il blu elettrico, il verde, il nero, il bianco e la senape; le lunghezze sono varie. I must have della stagione sono il cappotto di pelliccia in canguro reversibile e il cardigan in pizzo di San Gallo. Non c’è dubbio questa fall winter esprime una totale delicatezza e un po’ di audacia per trasmettere alle generazioni future il tesoro del passato letto in chiave moderna.
Federica Pesce