Sotto cupole dorate e venti gelidi; l’estetica minimal-chic di PRZHONSKAYA
Immaginatevi un deserto bianco fatto di ghiaccio e neve, un silenzio penetrante vi fa fischiare le orecchie tanto che per un attimo l’orientamento si perde con voi. Una lunga e interminabile distesa eterea e un debole sole a scaldare le ossa accarezzate da una leggera brezza; un paesaggio di un altro mondo, un altro tempo vi circonda e, allo stesso tempo, vi allontana.
In questo luogo fittizio, reale o immaginario nasce l’idea della nuova collezione autunno-inverno della designer Helen Przhonskaya fondatrice nel 2010 del brand che ne porta il nome.
Marchio contraddistinto dallo stile minimalista, focalizza la sua produzione sul capospalla dalla silhouettes pulita ma segnata dalle diverse decostruzioni che la stilista apporta sperimentando una rivisitazione strutturale della classica geometria con tagli e scelta di materiali che vedono un connubio tra tradizione e innovazione, regalando alla figura femminile uno stile non convenzionale ma pur sempre adatto alla quotidianità.
Siamo sempre in quel luogo ghiacciato ma ecco che da una porta spunta una figura, altera e decisa nel portamento, che si fa strada lungo l’interminabile passerella innevata tracciando una linea immaginaria tra le crepe del tempo. La collezione F/W di Przhonskaya parte proprio da qui; ispirata alla science-fiction “Things to Come” e allo spirito romantico di Jules Verne vede protagonista una nuova idea di futuro dedicata al laconismo estetico degli anni quaranta.
Come secondo Alan Kay « Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo », la stilista reinventa il proprio capo di punta trasformandolo in una seconda pelle cangiante e trasformista, una collezione che vira sui colori del bianco, grigio, nero giallo ocra e oro.
I capispalla, con colletti appuntiti e taglio classico, sono cuciti con grande attenzione e ricercatezza dei materiali: da quelli laminati e impermeabili che regalano praticità e lucentezza alla figura, a quelli più soffici e caldi dalla trama plaid; nastri adesivi, accessori romantici e dettagli in metallo fanno da trait d’union tra uno stile passato e uno futuro, fra avanguardia hi-tech e una tradizione classica e iconica.
Una dopo l’altra queste bellezze androgine sfilano sembrando architetture in movimento, nel silenzio di un inverno perenne i capi danzano a tempo di una musica che sentono solamente loro fino a quando un raggio colpisce le lamine, ci acceca per un secondo e improvvisamente le note si fanno udibili.
Ecco che la figura davanti a noi si ferma, come un monolite, una montagna si fa pilastro dello spazio intorno a lei, la osserviamo: non è la prima volta che la designer Przhonskaya bilancia femminilità e mascolinità, bianco e nero, linee sinuose e squadrate. Cappotti, camice, pantaloni e vestiti polka dot; tutte sagome contemporanee con in comune un taglio obliquo e un’influenza stilistica passata. Un gioco di geometrie asimmetriche che rivela e nasconde allo stesso tempo la femminilità di una donna all’apparenza androgina.
La scrutiamo e con gli occhi ne percorriamo le forme; quello che vediamo è un’eterna presenza decostruita e ricostruita segnata in volto da una sottile linea metallica come se stesse a simboleggiare la compresenza tra un qualcosa già avvenuto e un qualcosa in divenire.
La collezione autunno/inverno di Przhonskaya è un omaggio al passato e un elogio al futuro, non troppo lontano, che ci attende. Geometrie e linee del tempo si incrociano, formano una rete, una trama che ha la consistenza di un sogno, di un’emozione e di un viaggio che passa attraverso una terra di mezzo.
Camilla Bordoni