Al di là e oltre le regole canoniche della couture: niente cuciture, ma intrecci sapienti e nuovi assemblaggi
Ribellione; anarchia; esplorazione. Sono questi i concetti chiave del lavoro di Quoï Alexander, giovane talento della moda francese. E non fa eccezione la collezione Primavera-Estate 2019: abiti non cuciti ma assemblati, alla ricerca di forme e funzioni nuove, al di là e oltre le regole canoniche della couture.
«Impara le regole come un professionista, in modo da poterle rompere come un artista», diceva uno che di arte se ne intendeva come Pablo Picasso. E Quoï Alexander le regole le ha sicuramente imparate bene. Dalla California, di cui è originario e dove ha iniziato a studiare belle arti, si è trasferito a Londra per diplomarsi al prestigioso Central Saint Martins in design della moda. La sua vocazione a fare qualcosa di diverso è stata colta e apprezzata fin da subito, tanto che nel suo curriculum figurano collaborazioni con case di moda come Sonia Rykiel, Mary Katrantzou and Alexander Mcqueen, dove la parola d’ordine è sperimentazione. Per non parlare di Chanel.
E ora che le regole sono ben imparate, è il momento di superarle e di cercare nuove strade. In altre parole, di «investigare il futuro della realizzazione degli abiti». Una mission che Quoï Alexander si è dato fin da subito.
Chi l’ha detto che un abito debba essere cucito? Quoï Alexander, infatti, rifiuta completamente le basi della costruzione degli abiti così come siamo abituati a concepirle, fino al punto da non usare cuciture e punti né a macchina né a mano.
Il designer intreccia, assembla, stratifica, annoda, arriccia. Così, la collezione SS19 acquista il carattere di una ribellione dolce alle regole di base della sartoria. Il che significa anche estrema creatività. Per sovvertire le regole bisogna avere grande immaginazione e senso della sperimentazione. Quoï Alexander prova ad anticipare il futuro immaginando forme e funzioni nuove, provando ad alterarle e a studiarne il risultato.
Per questa collezione il risultato della sperimentazione sono tessuti pieghettati tagliati a strisce e rilavorati a formare nuovi tessuti traspiranti e l’invenzione di una tecnica di finitura termica che rende superflua la cucitura.
Naturalmente, anche le forme e le silhouette ne escono un po’ stravolte e dunque anche lo stile della collezione è decisamente anticonformista. Ma forse è proprio di questo che c’è bisogno oggi più che mai: di un bel tuffo nell’inesplorato, lontano da tradizioni e luoghi comuni.
Romina Velchi