Salvatore Vignola parla del ruolo della donna nella storia regionale della Basilicata
Il giovane designer lucano Salvatore Vignola è uno dei nomi promettenti del panorama della nuova moda milanese. Il suo pensiero progettuale è contraddistinto da una particolare attitudine all’interpretazione di concetti astratti uniti alla sensibilità di saper comprendere sia le tendenze stagionali, sia gli intramontabili classici trovando il giusto bilancio tra le parti così da valorizzarle in modo finemente innovativo.
La collezione primavera/estate 2019 di Salvatore Vignola nasce da un’indagine antropologica che ha per ricerca il fenomeno della vicina Matera, insediamento umano nato all’interno di grotte impiegato dall’età preistorica fino al 1950 circa, e soprattutto il ruolo fondamentale della donna in questa storica società dallo stampo matriarcale.
All’interno di questo agglomerato sociale, la figura femminile assume forme svariate, tutte ugualmente importanti per il corretto svolgimento delle principali dinamiche della vita quotidiana. Questo concetto è mostrato dalla campagna pubblicitaria scattata da Szilveszter Makó, il quale mette in risalto alcune parti della campagna lucana in modo incisivo e suggestivo. Negli scatti si vedono ambientazioni rurali quali prati brulli, terreni da coltivare, luoghi antichi e strapiombi sulla storica città della Basilicata. A popolare questi scenari onirici ci sono modelle dai look teatrali che enfatizzano l’intera storia racchiusa nell’ispirazione della collezione stessa.
La ricerca iconografica minuziosa e dettagliata dei costumi propone una rivisitazione dei caratteri e delle funzioni dei suoi personaggi tra i quali spicca la Vammana, vestita con un abito in popeline di cotone ispirato al camice medico, arricchito da drappeggi e portato rigorosamente con guanti in seta rosa cipria. La seconda figura è chiamata la Mangia Noci e rappresenta colei che è affetta da malattia mentale, per questa ragione indossa un abito bianco ispirato alla camicia di forza, con diverse cinture composte da maniche annodate. Compare infine la Fattucchiera, depositaria delle arcaiche conoscenze magiche e curative, la quale indossa un ciondolo triangolare sospeso tra le due punte superiori di un corsetto con sopra incisa la formula Abra Cadabra.
I tessuti e i materiali impiegati sono vari e spaziano da quelli nobili e preziosi ad altri più popolari e presi direttamente dal mondo dello streetwear. In questo modo i delicati abiti in pizzo da sera e tailleur in raso di seta convivono con la maglieria e il denim impunturato a contrasto.
La cura dei particolari è un aspetto importante dell’intera collezione, ogni look è infatti coordinato e completato con accessori come collane, cappelli e diverse piccole minuterie quali bottoni gioiello e nastri.
Una collezione dall’indiscussa valenza storico-culturale, che riadatta in chiave contemporanea i costumi di alcune tra le principali figure femminili determinanti l’assetto sociale lucano nel corso dei secoli.
Matteo Turati