Sensibilità scandinava, rispetto per l’ambiente e innovazione. Ecco svelati i segreti del brand svedese Uniforms for the dedicate e della collezione SS19
Eleganza maschile e streetwear. Accuratezza nei dettagli, amore e rispetto per l’ambiente. Di certo la visione del brand scandinavo Uniforms for the dedicated non nasconde ai più attenti per le ultime novità nel mondo del fashion il suo obiettivo principale: quello di attrarre sempre più un pubblico maschile moderno e di volta in volta più cosciente e sensibilizzato.
Fondato in Svezia nel 2007 dalle menti creative di Rasmus Wingardh e Lars Hedberg, in collaborazione con un collettivo di snowboarders, artisti, musicisti e stilisti, il brand si è dedicato sin da subito alla creazione di uno streetwear maschile moderno, che però doveva avere qualcosa in più. E mentre il design di base che caratterizza ogni collezione fonde la sartorialità con la funzionalità tipica dello sportswear, i capi realizzati comprendono in genere silhouette senza tempo, ispirazione innovativa e soprattutto uno storytelling di fondo.
Storytelling che nasce da una profonda relazione tra gli ambienti esterni, la natura e gli stili di vita che questa ha da offrire e che ha portato i due creativi a ideare, stagione dopo stagione, collezioni dedicate ad un uomo contemporaneo che ogni giorno deve sempre più rapportarsi ad una natura ormai povera di risorse da offrire.
La storia di Uniforms for the Dedicated è perciò un racconto di moda con anima e cuore. Una storia in cui abbigliamento, musica, cinema ed arte interagiscono e si confondono vicendevolmente. Uno stile in continua sperimentazione per una moda sostenibile nel tempo. Non è un caso, infatti, che in un mercato ormai saturo, dove il consumo viene sostenuto a scapito della qualità e dei valori, il brand abbia voluto dare vita a delle creazioni “sensibili” sotto due punti di vista. Il primo riguarda l’utilizzazione di tessuti il più possibile naturali, come cotoni organici, lane biologiche e tele giapponesi, scelti per loro indole sostenibili in quanto non trattati chimicamente. Il secondo, invece, riguarda la capacità del brand di creare, come già accennato, una moda che non deve essere propriamente “fashion”, ma di qualità perché duri nel tempo.
È proprio seguendo questo filo conduttore che Rasmus Wingardh, una delle due menti creative del brand, ha affermato:
Il nostro è un prodotto che non è fatto per esaurirsi in una stagione al passare delle mode, ma che ti vive addosso, ottimizzando non solo la spesa del consumatore, ma anche il nostro investimento di materie prime e risorse. È inoltre importante che il capo sia “bello da vedere”, ma il suo valore non deve esaurirsi in questo: quello che vesti deve essere comodo e adatto all’uso che deve esserne fatto, solo così può durare nel tempo e massimizzare il proprio valore.
Ed è su questa lunghezza d’onda che è stata realizzata la collezione pensata per la prossima primavera/estate 2019. Una collezione in cui i tratti distintivi implicano applicazioni fatte di nastro adesivo, decorazioni sottili ed orli grezzi tagliati a vivo che donano ai capi un tocco allo stesso tempo giocoso ed elegante. Una collezione che ruota attorno a giacche lente e destrutturate che fanno coppia con pantaloni tono su tono realizzati in jersey di cotone, cappotti lunghi che richiamano le uniformi militari, giacche kimono e camicie a maniche corte in light tencel, oltre che ad una vasta gamma di pantaloni dai volumi ampi, realizzati in tessuti ecologici. Inoltre la collezione comprende anche una linea di espadrillas realizzate in pelle organica, lavorata a mano in Spagna dalle sapienti mani di Ropewalk Studio. Il tutto declinato nei toni del grigio perla e del prugna, del blu scuro e del sabbia, tutti colori che rispecchiano e rispettano la natura al 100%.
Ecco quindi che in questo modo ed attraverso l’ideazione di questi capi, la bellezza esteriore può avere un significato più profondo e anche una maggiore consapevolezza sull’impatto ambientale. È questo ciò che il brand, collezione dopo collezione, vuole mettere sempre più in risalto.
Chiara Marconi