A Cap Ferret l’arte si indossa, con uno spirito naif e indipendente
Il mondo di un artista è sempre particolare e bizzarro per noi “comuni mortali”. Nella sua mente troviamo una dimensione particolare, in cui albergano personaggi strani e visioni oniriche.
Anche in quella di Marguerite Bartherotte, artista e fondatrice del brand G.Kero, spazia da sciatori, surfisti, coppie innamorate, pappagalli colorati e fantastici animali variopinti, il tutto in paesaggi idilliaci e naif.
Nella collezione per questa estate 2019, G. Kero ci fa indossare un po’ di questa magia.
L’unica regola è la libertà: di espressione, di pensiero, di vita, di trasmissione di gioia, bellezza e positività. Marguerite lascia fluire le sue idee, non mette freni al processo creativo, anzi, cerca sempre di alimentarlo e perseguirlo.
G.Kero non è certo il brand che segue i trend ad ogni costo e che punta alle masse. Al contrario, potremmo definirlo orgogliosamente “di nicchia”. Ad iniziare dal fatto che presenta una collezione permanente, una sorta di marchio di fabbrica che lo rende unico e riconoscibile.
Ogni capo possiede al suo interno un’etichetta con il proprio numero di serie e l’anno di creazione, perché chi acquista G.Kero non è semplicemente un consumatore, ma un collezionista.
L’obiettivo è esaltare l’esclusività e l’originalità dell’essere umano, indossando pezzi unici con una storia da raccontare e da tramandare, ma anche abbattere il consumismo e gli sprechi, evitando la sovrapproduzione e lo sfruttamento delle risorse, al grido di “comprare meno, ma di maggiore qualità”.
Questa rappresenta un altro dei punti cardini di G.Kero: la scelta dei materiali è accurata e vanta cotoni, cashmere e sete di alto pregio. Vengono poi confezionati in Portogallo da un’azienda a gestione familiare, che fa il suo lavoro con passione e consapevolezza, nel pieno rispetto dei costi e dei tempi di lavorazione.
Le stampe vengono infine fatte in Italia, da mani esperte che si occupano anche di haute couture.
La fantasia di Marguerite prende dunque vita nelle cuciture di t-shirt, camicie, bluse, pullover, ma anche abitini, shorts e kimono: capi dai tagli e dalla fattura semplice, ma che acquistano il valore unico di un’opera d’arte grazie all’attenzione per i dettagli e alla creatività dei pattern creati dall’artista.
La sua arte non poteva essere sacrificata in una galleria o limitata da una cornice, ma avrebbe fatto parte dello stile e del guardaroba dei suoi clienti, viaggiando con loro.
È sempre rimasta fedele ai suoi valori etici e morali, non piegandosi al fast fashion e ai dettami della moda. Nel suo atelier a Cap Ferret, con la tranquillità che le permette di interagire con le persone, di coltivare l’umanità e l’integrazione, di condurre uno stile di vita vero, continua a dare vita ai suoi sogni e alle sue visioni.
Porta avanti un po’ di quella magia che è G.Kero, non un semplice marchio di abbigliamento, ma un progetto fatto di libertà e fantasia, freschezza e spontaneità, con il quale è riuscita a rendere ancora più labili i confini tra arte e moda.
Lucia Francinella