Quando la “boss lady” fa da padrona sulla passerella di Max Mara FW19-20
Essere libere di poter indossare qualsiasi cosa si ritenga appropriato, essere se stesse e sentirsi bene; anche se non si rispecchiano i canoni tradizionali che il buon gusto impone alle donne; anche se si va al di là degli schemi prestabiliti dalla società. Il femminismo non deve avere paura del glamour.
È questo il messaggio lanciato dalla passerella di Max Mara che lo scorso febbraio, con la sua collezione autunno/inverno 2019, ha sfilato alla Fashion Week milanese in una location insolita come l’università Bocconi di Milano. Non a caso una delle istituzioni scolastiche più importanti della città, riconosciuta in tutta Europa, si è dimostrata la location perfetta, scelta appositamente dal direttore creativo Ian Griffiths, per suggerire ai laureandi (metà dei quali sono donne n.d.r) che l’emancipazione ha un sapore diverso, anche nella scelta del proprio guardaroba.
Un glamour puro, essenziale, quello presentato da Max Mara; i cappotti con i loro tagli asimmetrici, le spalle imbottite e i dettagli delle tasche esterne placcate con chiusure e cerniere propri degli anni Ottanta, hanno ricordato agli spettatori che le donne, professioniste e non, hanno già ampiamente dimostrato in quell’epoca che, per poter lavorare in determinati settori, non è necessario vestirsi da uomini.
«A volte la moda può opprimere le donne, il glamour invece le aiuta a sfruttare la loro immagine e a diventare ciò che vogliono essere», ha spiegato lo stilista. «Molte temono il glamour per un certo approccio sobrio al femminismo, ma oggi la donna non deve temere una gonna corta e uno stivale alto». E per rafforzare questo concetto, che in passerella prende la forma di una boss lady in teddy coat colorato e stivali di coccodrillo, lo stilista ha anche voluto citare la filosofa femminista Camille Paglia, per la quale «sono gli uomini a dover sottostare a convenzioni in termini di abbigliamento».
E allora dimenticate il classico completo dalla gonna al ginocchio, o il tailleur pantalone gessato tanto austero che camuffa le forme e ricorda tanto un vecchio manager anni Novanta. Perché quelle che hanno sfilato lungo la passerella firmata Max Mara sono donne forti, in carriera e sicure di se oltre che del proprio abbigliamento. Donne che, come era abitudine fare negli anni Novanta, hanno sfilato a gruppi di tre. Un trio di modelle vestite di tutto punto in stivali alti in coccodrillo, tailleur da Power Lady e dolcevita in colori accesi come il blu, il giallo e l’ottanio, ha aperto la sfilata in maniera insolita e stupefacente, mentre in chiusura un’icona come Eva Herzigova, che dopo aver affermato: ‹‹ Mi piace il glamour. Non mi spaventa! ››, ha mostrato tutto il suo fascino indossando uno splendido blazer nero in lurex, in grado di sottolineare tutta la sua femminilità ed eleganza.
Insomma, stiamo parlando di donne in carriera che alle gonne lunghe o corte abbinano casacche attrezzate con zip, riprese certamente dall’abbigliamento da lavoro. In passerella non sono di certo mancati mini dress in maglia, gilet attrezzati con tasche-borsetta, tante giacche dalle spalle importanti portate con le gonne corte o con i pantaloni ampi e, ovviamente cappotti a vestaglia, teddy coat e con inserti in pelle, cammello o in colori accesi. Il tutto realizzato in tessuti pregiati come l’alpaca e il cashmere; poi ancora tweed, check, gessato, cocco e zebra (ovviamente in versione faux), si alternano e si mescolano in passerella, tra tailleur che fanno venire la voglia di andare in ufficio al mattino e abiti che convincono ad andare a una festa; senza dimenticare, infine, le maxi borse: enormi, infinite e super comode, perfette per inserirci qualsiasi cosa, perché quando si esce da casa si conosce l’orario di uscita, ma non quello di rientro.
Beh, è proprio il caso di dirlo: il gigante silenzioso dell’Alta Moda Italiana ha voluto dedicare la sua collezione alle donne 2.0, a quelle multitasking (nel vero senso della parola), a tutte quelle donne che devono affrontare ogni giorno il loro safari, capaci di districarsi con maestria tra lavoro, famiglia e vita sociale.
Pochi fronzoli ma molta sostanza le donne di Max Mara, quelle che non devono chiedere mai, che con incedere deciso calcano la passerella nelle loro mantelle e nei loro maxi coat.
Perché in fondo, come diceva la mitica Coco Chanel : ‹‹Nessun uomo ti farà sentire protetta e al sicuro come un cappotto di cachemire e un paio di occhiali neri››, quindi mettete su il vostro e uscite a conquistare il mondo.
Chiara Marconi