Lo scorso dicembre è stata inaugurata la nuova installazione di Michele De Lucchi al MAXXI di Roma
“L’Anello Mancante” è il titolo dell’installazione esposta dallo scorso 6 dicembre al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo che ha sede nella innovativa struttura architettonica decostruttivista progettata da Zaha Hadid nel quartiere Flaminio.
Michele de Lucchi è noto per aver disegnato nel 1987 la lampada più venduta al mondo: la Tolomeo, prodotta da Artemide, scaturita dalle esperienze di ricerca artistica degli anni Settanta e Ottanta.
Nato a Ferrara e laureato a Firenze, è stato il fondatore del movimento Cavart, incentrato su performance di natura artistico-architettonica nelle Cave del Tirreno; ha poi fatto parte di gruppi del radical design italiano Alchymia e Memphis, entrando in contatto con figure di rilievo come Sottsass e Mendini.
Ha collaborato con molteplici aziende – Artemide, Olivetti, Alias, Hermès, Alessi, Siemens, Vitra, Philips, Deutsche Bank, Poste Italiane, Enel ed altre – realizzando progetti residenziali, industriali e culturali.
All’interno della Galleria Gian Ferrari del MAXXI, “L’Anello Mancante” è un’installazione che fa parte del ciclo di esposizioni “NATURE”, costituito da opere che indagano il rapporto tra natura ed artificio.
Quella di De Lucchi è un’opera a forma di anello aperto che esplora la materia, percorribile al suo interno.
La struttura in tubolare è rivestita con un guscio di oltre 800 scandole in HI-MACS® Alpine White, leggermente distanziate tra loro.
L’HI-MACS® è un materiale high-tech, resistente, ecologico, idrorepellente ed ignifugo, facile da pulire, grazie alla sua impermeabilità allo sporco – cosa che semplifica di gran lunga la manutenzione dell’installazione nei prossimi mesi, consentendo al visitatore di fruire al meglio dell’esperienza artistica, proprio come se fosse il primo giorno di esposizione.
Si tratta di una pietra acrilica totalmente igienica, perfetta per essere utilizzata in vari ambiti: dall’arredo bagno, alla cucina, agli hotel, agli ospedali.
L’impianto di illuminazione LED ne valorizza i volumi, conferendo a questi ultimi un aspetto etereo.
Ne consegue un percorso sensoriale, esplorazione spaziale ed emotiva allo stesso tempo.
Afferma l’architetto:
«Un anello mancante è l’elemento che unisce le parti lontane di una catena spaccata e aperta. Oggi ne abbiamo spesso bisogno. Ci servono sempre più anelli che mettano in connessione le molteplici ramificazioni delle relazioni sociali, politiche, economiche, culturali e anche morali. Ma ci servono anche altri anelli che nella realtà colleghino fisicamente l’idea di pieno e di vuoto, di spazio chiuso e spazio aperto, di contenitore e contenuto».
Si entra da una parte per poi uscire dall’altra, mentre l’ambiguo rapporto tra interno ed esterno, luce e ombra, celato e svelato, privato e pubblico immerge lo spettatore in un’atmosfera lievemente estraniante.
All’interno tutto appare ingigantito dalla parete stessa e dall’acustica, in un crescendo di rumori che si fanno sempre più intensi, amplificati dalla forma ogivale, che proietta il visitatore verso l’infinito.