Cedric Charlier ci presenta una collezione chic dall’anima ribelle
Uno spirito indocile apparentemente incatenato ad un aspetto austero e inquadrato: la collezione rimanda immediatamente al celebre film di Bernardo Bertolucci, The Dreamers, dove tre ragazzi (di cui due sono fratello e sorella) conoscono la sessualità all’interno di una Francia anni ’60 sommersa da insorgenze politiche e sociali e alla scoperta di un nuovo cinema.
I ragazzi sognano, e vestono come i loro pensieri. Cedric Charlier gioca con quelle stesse idee, un po’ chic, un po’ bohemienne e retrò, un po’ sfacciatamente moderne e d’avant-guarde. Il designer crea un contrasto indelebile: vuole creare una sorta di rottura all’interno di una location composta e rigorosa. Veste questi giovani in modo rigido ma non troppo; li ‘costringe’ in una location decisamente formale, testandone le reazioni ed il comportamento.
E questo lo si nota nei colori, i quali da chiari passano improvvisamente a scuri, mentre dalle tinte unite si passa alle stampe e dall’animalier più spregiudicato si passa al velluto più composto ed austero. Tutto cambia in modo repentino, proprio come i pensieri e le emozioni dei giovani.
È una collezione un po’ ribelle, che non vuole sentirsi racchiusa in compartimenti stagni. Il servizio fotografico infatti vede giovani adulti che non stanno fermi; vanno oltre i confini delle stanze, si buttano sui tappeti e si stendono sulle poltrone. Si adagiano contro gli stipiti delle pareti ed escono in giardino, sempre tenendo lo sguardo fisso sulla camera.
Indossano pantaloni oversize, comodi ma eleganti; abbinano maglioni a collo alto blu navy a gonne azzurre e plissettate; sovrappongono cappotti extra large a strettissimi top fiorati, indossano pantaloni a vita alta e stretta e maglie dalle stampe geometriche.
Troviamo pantaloni rigati rossi e panna abbinati ad un cappotto bicolore e rigido su se stesso, quasi al pari di un’armatura. Abiti molto larghi e comodi non mettono per nulla in risalto le forme, ma fanno affondare i corpi al loro interno: si tratta di giovani donne che vogliono scappare da questo panorama.
I protagonisti dell’opera di Bertolucci dimostravano il loro dissenso incatenandosi ai cancelli del cinema, mentre queste modelle cercano di valicare i confini di questa splendida struttura, la quale è per loro prigione di un mondo troppo piccolo e bigotto, dove tutto è statico e già determinato.
Luca Pietro Chiesa