I gioielli della collezione Johanna Gauder SS20 non sono solo accessori
Durante la settimana della moda a Berlino, tenutasi a settembre 2019, l’orafa tedesca Johanna Gauder ha presentato la sua collezione di gioielli per la stagione 2020. Una collezione senza tempo, che esprime con garbo un’eleganza minimale, concepita per esaltare i lineamenti della donna nella loro essenzialità.
Tutta la collezione è progettata e realizzata personalmente dall’artista, che dal 2015 realizza con passione e accuratezza tutti i suoi manufatti, mostrando un’elevatissima abilità tecnica ed uno spiccato gusto minimal e contemporaneo.
In particolare nella collezione #4, i materiali, oro e argento di altissima qualità, sono lavorati con minuziosa precisione e si trasformano in metalli liquidi, capaci di adattarsi naturalmente alle linee del corpo femminile. Orecchini, collane, bracciali e anelli non sono solamente dei semplici gioielli, ma diventano emblema della necessità che il femminismo divenga materia essenziale, proprio come il concept della collezione.
Con questo intento nasce, infatti, la collaborazione con i due stilisti del brand di abbigliamento berlinese Richert Beil, presentata durante la loro sfilata UNSCHARF. Sono stati realizzati 9 pezzi special edition in argento, che alternano formalità a scandalosa originalità.
Durante l’evento, infatti, i modelli hanno sfilato con tamponi indossati come cinture, orecchini e pendenti, un inequivocabile segno di protesta contro l’ingiustizia della tampon tax, che rende gli assorbenti dei beni di lusso. Inoltre, l’ideazione di questi gioielli è quella di superare il taboo che gravita intorno al ciclo mestruale femminile.
Non sono passate inosservate, poi, le creazioni adornate da capelli; gli stilisti hanno dimostrato una magistrale manualità, applicando su anelli e orecchini ciocche di capelli di diversi colori. In questo modo, hanno donato nuova vita ai capelli tagliati, trasformandoli in inusuali accessori decorativi. Anche questa decisione si pone come esplicita critica nei confronti del presupposto, socialmente condiviso, che i capelli siano accessori sensuali e cattura sguardi solo se portati dalla donna.
Forse, oggi, il termine femminismo è troppo inflazionato ed ha perso il suo vero significato. Forse appare come una moda, un po’ eccentrica, per rivendicare ciò che deve essere rivendicato; una bella parola da pronunciare con furore oppure un ideale in cui credere con fervore. Sicuramente, il femminismo può essere inteso in innumerevoli modi e può agire attraverso molteplici forme, l’importante è che sia così: essenziale e senza tempo.
Francesca Micale