In mostra a Lugano fino al 6 gennaio, una nuova idea di Pop Art
Un’altra trovata direttamente dal MASI di Lugano. Questa volta il Museo d’arte della Svizzera italiana, grazie al suo direttore Tobia Bezzola che cura la mostra, propone un percorso attraverso la Pop Art europea alquanto insolito.
Il titolo How Evil Is Pop Art? New European Realism 1959-1966 riprende una recensione sulla Biennale di Venezia del 1964 della giornalista e scrittrice Tullia Zevi, la quale voleva sottolineare la generale ostilità del pubblico nei confronti della comparsa di questa nuova forma artistica.
Verso la fine degli anni Cinquanta, in tutta Europa si diffonde un inarrestabile entusiasmo per la produzione visiva dell’universo mediatico e pubblicitario americano. La Pop Art nasce come espressione di un’Europa post-bellica che vuole solamente guardare avanti e superare le convenzioni del passato. La diffusione delle mode statunitensi, dal rock’n’roll al cibo in scatola e ai chewing gum, aveva già preso il via durante gli anni della guerra ed era destinata a diventare inarrestabile. Artisti come Mimmo Rotella, Konrad Lueg e Marco Schifano hanno fin da subito colto le nuove tendenze, iniziando a proporre immagini ironiche tratte dai mass media e dalla pubblicità. Solo nel 1963, quando ormai in Europa l’arte pop è già largamente diffusa, la nuova corrente appare anche sulla piazza americana.
La mostra curata da Bezzola si propone come occasione per una rilettura del fenomeno Pop europeo, attraverso una selezione di quarantadue opere di confronto tra trentuno artisti provenienti da Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna. Un tributo a una corrente dal sapore tutto europeo, che si è proposta come frattura con la tradizionale arte moderna occidentale. Il percorso espositivo offre una panoramica su quelli che erano i valori della pop art e del nouveau réalisme, accomunati dal rifiuto del pathos della pittura astratta e dal desiderio di riportare l’arte a una dimensione quotidiana e contemporanea.
L’esposizione è ospitata nello Spazio -1 di Lugano, per la presenza al suo interno della Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, ed è visibile fino al 6 gennaio 2019.
Cecilia Trezza