La Primavera-Estate di Haud ci porta nelle campagne canadesi dell’Ottocento.
Haud è una nuova realtà made in Canada, fondata nel 2016 da Shad Uadiale.
La produzione non coinvolge solo la moda, ma spazia dall’abbigliamento, all’architettura, fino al design industriale, creando un movimento tanto all’avanguardia quanto eclettico, ed ha già consolidato la propria presenza all’interno di vari mercati internazionali, primo fra tutti quello giapponese.
Haud è il luogo in cui l’idea si fonde con il know-how artigianale per trasformarsi in qualcosa di concreto. Si tratta di un sistema che, pur facendo dell’abbigliamento maschile la linea cardine della propria produzione, sviluppa un approccio che, grazie all’estrema attenzione al dettaglio, alla continua sperimentazione e ad una quieta meticolosità, risulta del tutto incentrato sull’oggetto stesso, piuttosto che sull’aspetto prettamente estetico.
Ogni capo si fa portatore dei valori che caratterizzano il marchio, e racchiude in sé il racconto del proprio percorso di creazione. L’obiettivo è l’attento studio, e successivamente la re-interpretazione, degli indumenti quali tute da lavoro, salopette e grembiuli, degli accessori e degli utensili presi in prestito dal mondo del workwear.
L’abbigliamento da lavoro viene così stravolto per offrire al cliente un prodotto sartoriale, di alta qualità, adatto ad essere indossato ogni giorno.
Haud indaga gli aspetti più significativi della realtà contemporanea e per questa Primavera-Estate propone ad esempio una collezione dal fascino misterioso e cupo.
Gli abiti da lavoro si fondono con lo streetwear e danno vita ad una sorta di techwear ispirato alle atmosfere che pervadono una delle migliori raccolte di poesie della letteratura canadese contemporanea: The Journals of Susanna Moodie (1970) di Margareth Atwood, autrice inoltre del celebre racconto distopico The Handmaid’s Tail, da cui è tratta l’acclamata serie televisiva statunitense.
Questa raccolta di poesie si basa sulla figura di Susanna Moodie, che, emigrata con il proprio marito dall’Inghilterra dell’Ottocento verso una fattoria in Canada, si ritrova in un ambiente rurale che dapprima le è alieno, con cui instaura un rapporto controverso fino a cercare una sorta di conforto nella natura che la circonda. La Atwood offre in tal modo importanti spunti di riflessione su temi quali alienazione, immigrazione e dualismo natura-civilizzazione.
I colori che prevalgono nella collezione sono il nero, il bianco e le sfumature più cupe del grigio. Camicie, T-shirt e shorts compongono interessanti sovrapposizioni più o meno strutturate, affiancando materiali volutamente più grezzi e pesanti, talvolta trapuntati, e restituiscono un’estetica industriale.
La praticità delle tasche tipiche delle tute da lavoro si evolve nell’utilitarismo di marsupi e tracolle, sostenuti da vere e proprie imbracature da indossare, che diventano assolute protagoniste degli outfit proposti.
L’intera collezione può essere acquistata su ordinazione nei punti vendita canadesi, direttamente sul sito web di Haud o tramite i rivenditori on line selezionati.
Giorgia O. Onifade