Vivetta esalta il fascino ellenico attraverso il filtro dei suoi ricordi
Dimentichiamoci il “sirtaki” e le chiassose taverne turistiche, quest’anno la stilista Vivetta Ponti ci fa approdare in una Grecia insolita, quella dei suoi ricordi d’infanzia più preziosi, le foto delle vacanze in famiglia, frammenti di momenti trascorsi con la sua nonna di origini greche: sono queste le fonti d’ispirazione che hanno acceso lo spirito di Vivetta.
Con un salto nel passato arriviamo ai decenni Cinquanta e Sessanta, anni d’oro per la moda e non solo. Da qui Vivetta attinge per prendere spunto sulle silhouettes: la vaporosità delle gonne e i volumi importanti degli abiti di quell’epoca vengono trasportati dalla designer nelle sue creazioni, rivisitandoli in chiave moderna. Ma le forme non sono gli unici riferimenti al passato, nella collezione ritroviamo infatti l’eleganza discreta delle donne di quel periodo, il fascino del bon ton, di un vestire misurato e delicato.
Nonostante il fil rouge molto chiaro ed evidente, le proposte sanno spaziare dai mood più seriosi a quelli più sbarazzini e divertenti, fino ad arrivare al puro romanticismo.
Giochi di bianco e nero, ornamenti di piume, maniche a sbuffo e a palloncino, decorazioni di Swarovski che arricchiscono colletti e polsini: è così che si apre la sfilata, tra opulenza ed eleganza.
Si passa poi a toni più accesi, che esprimono tutto il brio e la vivacità della stagione estiva. I volumi sono caricati, tra abiti-fiocco e ruches; grossi cuori di raso colorato ornano le scollature dei top; rosso corallo, fucsia e giallo limone spiccano su completi, sahariane dalle grandi tasche e pantaloni capri.
Il tutto viene ammorbidito dalle ultime proposte dove le tonalità si fanno pastello e le trasparenze con i ricami di pizzo macramè la fanno da padrone. In un’atmosfera leggera, di gentilezza e garbo, vediamo sfilare i morbidi prendisole in cotone, gli abiti trapezio di popeline, le minigonne e i micro pantaloncini.
Punto focale della collezione è senz’altro la camiceria. Ci sono quelle dal taglio maschile e i blazer a camicia, ed è qui che viene fuori la vera anima surrealista della designer: Vivetta infatti è sempre stata affascinata da questo movimento artistico degli anni Venti, tanto da farlo diventare un segno distintivo del suo brand.
Le stampe e i decori sono quasi onirici e fiabeschi, spuntano musetti di animali e una flora rigogliosa. La palette, come abbiamo visto, attinge ai romantici colori dei tramonti sul mare.
L’artigianalità made in Italy di Vivetta sa fondersi perfettamente con il suo stile fantasioso e sognatore. I look sono di classe ed eleganti, senza rinunciare ad un tocco di scintillante glamour.
L’arte, che per Vivetta è la più alta forma di espressione, è riuscita a trovare spazio durante lo show della stilista. Le modelle, bucoliche e quasi angeliche, sfilavano tra due sculture dell’artista francese Garance Vallée. Una simbiosi che ha unito due giovani talenti, dal forte linguaggio creativo, che hanno dato il meglio di sé nella loro forma di espressione.
Lucia Francinella