Un iper-luogo vibrante in continua espansione racconta e raccoglie la collezione per la prossima estate di Barbara Bologna
Museo è più che una collezione. E’ un luogo non luogo, “non vivente ma in vita”, dove l’eterno assume sembianze umane e l’antico si fonde con il contemporaneo.
Un museo sconsacrato, “luogo sacro alle Muse”, dove una dolcezza genuina si unisce ad una violenza disarmante.
Un incontro tra le diversità; perché sono proprio le diversità a favorire l’evoluzione e l’aggregazione.
Un ritorno alla moda nel suo significato antropologico: costume e declinazione dell’arte.
Qui nulla è vietato, tutto è reso pubblico e condivisibile. Qui tutto può accadere.
La stilista Barbara Bologna attraverso la sua collezione Museo si rende narratrice dell’umano; regista di un film che è il racconto di un eterno umanizzato e reso contemporaneo attraverso 115 look donna e 52 look uomo.
“Museo” è l’incontro tra tre mood, Farm-House-Magic, attraverso i quali si snoda l’intera collezione.
Farm è un viaggio tra i dipinti di Van Gogh, Renoir ed Elisha Rayan reinterpretati in chiave moderna mediante una vera e propria fusione con le opere fotografiche di Germana Stella Sebastianelli e i collage di Lorenzo Bonaccorsi.
E’ una contaminazione punk ed irriverente, totalmente fuori dagli schemi. E’ il nuovo che non ha paura di apparire.
E’ un new-punk influenzato dal country. E’ un mix simpatico e divertente di camicie patch e maxi t-shirt unisex; di sete dai motivi classici contrapposte a viscose; di capispalla in denim tinti e corrosi che si uniscono ad abiti e camicie in lino e canapa pigmentate di fango.
House rappresenta il mondo della libertà, dove tutto è possibile. E’ la casa, il luogo protetto dove poter essere se stessi, dove ci si spoglia di ciò che non si è e ci si veste di ciò che si è.
E’ una proposta di capi puliti e dalle forme geometriche. E’ l’abito che diventa casa, dove possiamo essere noi stessi, amarci, odiarci, vestirci, svestirci in un continuo gioco di contrasti.
E’ profumo di lavanda, di vino, di ragù, di vita vissuta.
Magic, in cui sono quasi onnipresenti i volti digitali di Leljh Akhel stampati sugli abiti, è l’imprevisto, l’inatteso. E’ un invito a rischiare e a fidarsi dell’ignoto. E’ il racconto di ciò di cui nemmeno conosciamo l’esistenza.
E’ una proposta di capi pieni di sensualità, ma sempre raffinati e mai eccessivi.
E’ il gioco dei contrasti, delle sovrapposizioni, della giacca decostruita realizzata in lino e cotone; del capospalla nero spruzzato di bianco; delle camicie eteree realizzate in tulle.
E’ l’amore puro, anticonvenzionale, al di fuori di ogni forma di pregiudizio.
E non potrebbe essere diversamente, dato che il fil rouge che lega tutta la collezione è proprio l’amore.
Lucia Silvestrino